Il potere del SELF-TALK e dell'attezione selettiva
“Che tu creda di farcela o non farcela, avrai comunque ragione!” così affermava Henry Ford, fondatore dell’omonima casa automobilistica ed aveva ragione. I nostri pensieri, quando stiamo eseguendo una performance, acquisiscono il potere di influenzare la percezione che abbiamo della nostra possibilità di riuscita, andando così a determinare in modo importante la nostra probabilità di reale successo.
Ciò che un atleta pensa e si dice durante una prestazione nasce dalle credenze e aspettative che sviluppa rispetto alla propria efficacia, ma allo stesso tempo, come in un circolo virtuoso, può svolgere anche una funzione positiva sulla percezione di competenza e fiducia personale in una determinata situazione, diventando spesso una vera e propria profezia auto-avverante.
Una delle tecniche cardine del Mental Training è, infatti, il Self-Talk che prevede un ri-orientamento dei nostri pensieri, in modo da renderli positivi, efficaci e funzionali.
L’elemento chiave di questa tecnica risiede in una caratteristica innata della nostra attenzione: è selettiva, ovvero capace di focalizzarsi solo su alcuni elementi eliminando temporaneamente gli altri.
Esattamente come una luce di teatro – un “occhio di bue” sul palco – che può stringersi per evidenziare solo alcuni elementi lasciando nell’ombra tutto il resto e progressivamente allargarsi o spostarsi evidenziandone altri, è in grado di focalizzarsi sugli elementi “utili” alla prestazione eliminando tutto ciò che può essere di intralcio.
Il Self-Talk agisce proprio in questo modo. Attraverso tale tecnica possiamo sfruttare a nostro favore questa caratteristica innata della nostra attenzione, imparando a indirizzarla solo su elementi positivi e lasciando in ombra quelli negativi.
Il Dialogo interno svolge infatti un’importante funzione di ri-orientamento del focus attentivo che può avvenire o attraverso l’attivazione di un vero e proprio blocco dei pensieri negativi e la loro successiva sostituzione con pensieri positivi e collegati al compito (Thought Stopping) oppure indirizzando i nostri pensieri sul controllo della respirazione e sul rilassamento muscolare (Centering).
Il Self-Talk 4 Step Model (S. Ortensi, 2015) illustra le 4 fasi fondamentali per approcciare questa tecnica:
1 – Presa di coscienza, ovvero porre attenzione su cosa viene detto durante una performance e su quelle parole, frasi o immagini mentali che si attivano, talvolta in modo inconsapevole.
2 – Riflessione sulla natura del proprio linguaggio interno spontaneo, evidenziando e catalogando cosa aiuta e cosa invece limita la propria prestazione.
3 – Eliminazione degli auto-sabotaggi, cioè tutto ciò che risulta poco funzionale, inefficace o che genera malessere.
4 – Trasformazione dal negativo al positivo, ovvero ristrutturare attivamente il proprio linguaggio interno, trovando anche parole-chiave positive che possano favorire autoefficacia e ottimizzare l’esecuzione del gesto tecnico, migliorando la performance.
Vera e propria tecnica di concentrazione, il Self-Talk ha molteplici applicazioni:
· focalizzare l’attenzione su elementi importanti della propria prestazione quando dobbiamo apprendere nuove capacità
· correggere automatismi errati oppure
· aiutarci quando necessitiamo di feedback positivi e incoraggianti in riferimento alla nostra prestazione.
Non da ultimo, il Self-Talk aiuterà l’atleta a liberarsi dei pensieri negativi e concentrarsi sul momento presente (sull’ “hic et nunc”, il qui ed ora), sul gesto tecnico che si sta eseguendo, senza pensare al risultato, alla medaglia, alle aspettative esterne, focalizzandosi solo sulla prestazione in atto, solo sul presente.
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